Atelier dimensione verde e l'arte. Una passione vera.
07 Novembre 2022
Sergio Tossi racconta una storia di amicizia e condivisione d'amore per la bellezza.
Declinazione Scultura: veduta parziale (da destra : Aron Demetz, Ettore Sottsass, Gehard Demetz, Lorenzo Perrone)
Da quanto tempo conosco Lorenzo Venturini? Tanti anni, non ricordo neanche quanti. Dimensione Verde curava il nostro giardino all’Impruneta e ogni tanto Lorenzo si affacciava in casa per parlare di potature e di fioriture, di prati da tagliare e di alberi da sistemare. Ma intanto sbirciava i quadri alle pareti, roba contemporanea, perché di quello io mi occupavo già allora. Lo vedevo incuriosito. D’altra parte chi si occupa di bellezza della natura non può rimanere insensibile all’arte. In particolare c’era un grande ritratto di Charles Mingus, il sommo jazzista, fatto da Alessandro Bazan, straordinario pittore palermitano. Lorenzo
guardava quel quadro e poi mi diceva “un giorno me lo devi dare, lo voglio in casa mia”. In effetti andò così, non ci fu verso. Ma da allora le nostre due passioni, i nostri due lavori, si sono incrociati e dopo che fu aperta la nuova sede, bellissima, di Atelier Dimensione Verde, Lorenzo mi chiese se non si poteva organizzare qualcosa, esplicitare la sua ormai consolidata passione per l’arte e condividerla con amici e clienti.
L’idea di organizzare delle mostre tra i campionari di pietre, gli uffici e le gigantografie di giardini realizza ti, mi stuzzicò.
Chi si occupa di mostre sa che non è semplice dare spazio dignitoso alle opere in luoghi non a loro dedicati, ma la sfida era eccitante ed il contesto di grande eleganza (chi ci è stato sa di cosa parlo).
C’era anche un’altra idea che condividemmo con Lorenzo. Dare spunti a chi si stava facendo progettare un giardino, con l’inserimento di opere d’arte contemporanea, rivitalizzando una tradizione secolare che ha in Toscana esempi straordinari.
Così la prima mostra, che chiamai Declinazione Scultura, fu un esplicito invito a considerare le varianti contemporanee a questa particolare branca del fare artistico, particolarmente indicata per la collocazione in esterni se realizzata con materiali resistenti (pietre, fusioni di metalli, ceramica).
C’era infatti un grande bronzo di Roberto Barni ad accogliere i visitatori nel piccolo giardino antistante l’ingresso. E poi tante altre opere, piccole e grandi, in bronzo, in marmo, in legno. Funzionò benissimo ed eravamo felici del risultato.
Declinazione Scultura: due opere di Max Rohr
Declinazione Scultura: il bronzo di Roberto Barni accoglie i visitatori
Ritrattismi: veduta parziale (da destra: Pablo Candiloro, rainer Fetting, Arnold M. Dall’O, Alessandro Bazan, Francesco Niccolai, Francesco Lauretta)
Lorenzo mi sollecitò a replicare. Con qualcosa di diverso, magari pensando agli interni piuttosto che ai giardini. In fondo è difficile che chi ama la bellezza “fuori” non l’apprezzi anche dentro la propria casa.
Nacque così Ritrattismi, il cui tema è facilmente intuibile. Una selezione di artisti notissimi, noti e semisconosciuti, cercando eclettismo e qualità, espressività e piacevolezza.
Non ci siamo fermati. Cercando sempre temi facilmente interpretabili ma con declinazioni diverse ed in sintonia con il “core business” dell’azienda organizzammo Manuale di Ultrabotanica giocando ironicamente con l’iperbole vegetale. Uno speciale “orto botanico” dai toni drammatici o scherzosi, molto trasversali, come si conviene ai linguaggi del contemporaneo.
Le fatiche intellettuali del curatore
Manuale di Ultrabotanica: un’opera di Raffaello Becucci
Ed eccoci infine all’attuale capitolo di questa proficua collaborazione tra il sottoscritto e questa azienda lungimirante, che fa della bellezza, attraverso la ricerca, il suo costante obbiettivo E’ venuto quasi naturale che dopo il mondo vegetale dedicassimo la nostra attenzione a quello animale. Il Giardino Zoologico lo abbiamo però pensato senza gerarchie, senza animali favoriti. Anzi, spaziando tra gli scarafaggioni a pila di Luca Matti, gli stralunati cani scultura di Neal Barab, l’alce psichedelica di Manuel Cossu, i ciuchi antropomorfi di Paolo Maione o gli animali inesistenti magistralmente assemblati da Marco Fallani Klee. E tra le gabbie/prigioni di Daniele Nannini, in apertura, e la salvifica Arca di Vanni Cuoghi, a chiudere con speranza, anche gli uccelli mimetizzati nelle foto di Alberto Conti e gli aggrovigliati animali di Paolo Canevari. Ma non voglio dimenticare i pesci di Massimo Barzagli, il coniglio scrutatore di Arnold Dall’O, il cavallino marmoreo di Douglas Robinson, i fantastici particolari disegnati da Amber Sena e i surreali mostri di Fulvio Di Piazza.
Un bestiario ironico, magico, reale e fantastico, molto spiazzante.
Giardino Zoologico: una pittura di Manuel Cossu
Giardino Zoologico: una scultura di Daniele Nannini
Giardino Zoologico: una fotografia di Alberto Conti
Tutti questi eventi sono il segno di una collaborazione che va oltre il lavoro, qualcosa che si tiene insieme con la passione per un’estetica di cuore e intelletto.
Quanti vorranno inoltrarsi nel mondo dell’arte attraverso il loro giardino non è dato sapere in anticipo, ma già offrire questa preziosa opzione pone Atelier Dimensione Verde in una categoria superiore.
Il loro umile curatore gliene sarà sempre riconoscente.
Sergio Tossi